27 Gennaio 1945

Care concittadine e cari concittadini,
ricorre oggi il settantaseiesimo anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuto il 27 gennaio 1945, nel gelido inverno polacco.
Ancora oggi, immaginandoci questo momento, proviamo sentimenti contrastanti: da una parte, vorremmo dimenticare questo triste momento storico, in cui si è raggiunto l’apice della barbarie; dall’altro, invece, abbiamo il dovere di mantenere vivo sempre il ricordo di ciò che è accaduto.
Ed è per questo che la “Giornata della Memoria” deve fornirci, soprattutto ai nostri giovani, che saranno i cittadini di domani, gli strumenti per ricordare quanto è successo.
Perché la memoria, sempre attuale, deve favorire in tutti noi lo spirito critico per disinnescare quelle violenze che, purtroppo, viviamo quotidianamente.
La violenza, la rabbia, l’intolleranza, sono aspetti con cui la società purtroppo oggi è costretta a convivere, in uno scenario in cui le relazioni sociali si logorano generando brutali aggressività.
La violenza rappresenta la sconfitta del genere umano, la violenza fisica e anche quella verbale, tanto praticata ai giorni nostri anche attraverso i social.
Ripartire da uno spunto di riflessione così pregnante come la “Giornata della Memoria” è un’occasione per ricordare che la violenza può generare solo violenza.
Oggi, in occasione di questa ricorrenza, voglio ricordare uno degli articoli più belli della nostra Costituzione, nel capoverso che incarna proprio il significato del perché noi siamo chiamati a non dimenticare:
«Articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Il Sindaco
Fernando Coppola